Cos'è e perché è necessario?
Il Lazio Pride, tuttavia, non è stato né è sufficiente affinché la Tuscia diventi a tutti gli effetti una terra di accoglienza, apertura e inclusione. È necessario, invece, dare vita ad un Pride permanente, presidio di diritti stabile e continuativo nonché strumento di lotta alle discriminazioni perpetuo e proiettato oltre il Pride stesso.
Sull’onda di questa riflessione, come soggettività queer e trans* della Tuscia abbiamo deciso di aggregarci, organizzarci e annunciare, per il 1° giugno 2024, il primo TusciaPride: un Pride costruito dal basso, che affonda le proprie radici nelle case, nelle scuole e nei luoghi di lavoro di Viterbo e della provincia tutta; un Pride animato da studentɜ, giovani, lavoratorɜ e pensionatɜ, costruito in sintonia con le realtà democratiche del territorio e realizzato grazie alla forza delle attività commerciali locali e della solidarietà civica.
Consapevoli dell’essenza del Pride quale massimo momento di rappresentatività della comunità queer e trans* e in piena coerenza con la tradizione, abbiamo deciso di emanare, come associazione, un manifesto politico; per portare la voce della comunità queer e trans di fronte alle istituzioni del territorio, nella speranza di costruire con le rappresentanze politiche presenti all’interno di queste ultime un cammino comune basato su un dialogo a tu per tu fatto di presenza, apertura, volontà e concretezza;* per stimolare la costruzione di un altro genere di Paese, più inclusivo e rispettoso di tutte le identità, e, infine, per chiedere, forti del nostro orgoglio in quanto persone queer e trans* europeɜ, un’Europa più unita e maggiormente schierata a difesa dei diritti e della dignità umana.
Il manifesto incanala al suo interno le emozioni e le energie delle persone queer e trans* che animano l’associazione TusciaPride, generando formule politiche nette, chiare ma mai esaustive; come adolescenti, adultɜ e pensionatɜ queer i nostri bisogni cambiano come cambia la società, e dunque tale manifesto, pur potendo esser seguito come un piano programmatico in particolar modo per la parte riguardante le istituzioni del territorio, non va considerato né chiuso né definitivo, e deve invece essere sempre accompagnato da spirito di dialogo ed ascolto anche oltre i punti stessi del manifesto.
In qualità di organizzatorɜ del Pride provvederemo ad inviare il nostro manifesto, con richiesta di sottoscrizione e presa d’impegno in merito alla realizzazione dei punti di propria competenza o co-competenza, allɜ rappresentanti politicɜ elettɜ in tutti i Comuni della Tuscia, presso la Provincia di Viterbo, presso la Regione Lazio e presso il Parlamento, nonché a tutti i partiti e a tuttɜ le candidatɜ alle elezioni amministrative ed europee.
Sei un politico e vuoi sottoscrivere il manifesto?
Contattaci a info@tusciapride.lgbt per farlo!
Sottoscrittori del Manifesto Politico
Nome Cognome
Nome Cognome
Nome Cognome
Nome Cognome
Nome Cognome
La voce della comunità queer di fronte alle istituzioni del territorio
- Sportelli antidiscriminazione nei Comuni della Tuscia
- Adesione degli enti locali a RE.A.DY.
- Formazione sulle tematiche queer e trans* per lɜ funzionariɜ comunali e dell’anagrafe in particolare, per tutto il personale ASL e per lɜ psicologɜ delle scuole e dell’università
- Sostegno da parte delle istituzioni pubbliche alla creazione di luoghi di aggregazione per la comunità queer
- Consultori pubblici, accessibili e realmente funzionali con personale qualificato e con psicologɜ e sessuologɜ
- di incrementare le risorse finanziarie destinate ai consultori per garantire un servizio adeguato e accessibile a tuttɜ;
- di assumere personale nuovo e qualificato, con particolare attenzione a figure come psicologɜ e sessuologɜ con esperienza nel trattare le tematiche relative all’orientamento sessuale e all’identità di genere;
- di migliorare la comunicazione e l’informazione sui servizi offerti dai consultori, anche attraverso campagne di sensibilizzazione e l’utilizzo di canali digitali;
- di garantire al personale dei consultori una formazione continua e specifica sulle tematiche queer e trans*, sulla salute sessuale e riproduttiva e sulla promozione del benessere psicologico.
- Servizio pubblico integrato erogato dalla ASL per il percorso di affermazione di genere, con psicologɜ e endocrinologɜ qualificati sul territorio
- valutazione psicodiagnostica;
- supporto psicologico individuale e di gruppo;
- terapia ormonale;
- consulenza legale e sociale per intraprendere il percorso di affermazione di genere.
- Istituire un servizio chirurgico pubblico per l’affermazione di genere nel territorio della Regione Lazio
- Carriere alias nelle scuole
- Linee guida da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale su come approcciarsi alle tematiche queer e trans* e allɜ studentɜ queer e trans* nelle scuole
- Panchine Rainbow
- Legge regionale anti-discriminazione
- Realizzazione di campagne informative e di sensibilizzazione
- Tavolo di dialogo permanente tra l’associazionismo queer e gli enti locali
- Legge per contrastare le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale, del genere, dell’identità di genere e della disabilità
- Un’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole strutturata e realmente inclusiva
- Sanità mentale pubblica e accessibile
- Matrimonio egualitario
- Garantire a tuttɜ il libero diritto alla genitorialità
- Riprendere le convocazioni ordinarie del tavolo nazionale già esistente tra il Governo e l’associazionismo queer e trans*
- Eliminare il campo del genere dal documento d’identità (mantenendolo come dato che circola in digitale)
- Riformare il percorso di affermazione di genere semplificandolo, gratuitizzandolo ed eliminando il passaggio per il Tribunale
- Garantire la rettifica del nome e del genere anagrafico per legge fin dai 16 anni d’età
- Bagni genderless nelle scuole, all’università e in tutto il Paese
Un altro genere di Paese
Siamo orgoglio, siamo Pride, siamo europeɜ
Chiediamo all’Unione Europea, in piena conformità con lo spirito dei Trattati, di adottare metodi di reazione più severi alle violazioni dei principi dello Stato di diritto e dei diritti civili e sociali negli Stati membri dell’Unione e non.
- Emanare un regolamento europeo per il riconoscimento del matrimonio egualitario in tutta l’Unione
Le coppie dello stesso sesso sposate legalmente in uno Stato membro dell’Unione Europea dovrebbero avere gli stessi diritti e benefici in tutti gli altri Stati dell’Unione, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Negare il riconoscimento del matrimonio egualitario crea discriminazioni e disuguaglianza, violando i principi fondamentali dell’Unione Europea.
Chiediamo dunque l’emanazione di un Regolamento europeo per riconoscere il matrimonio egualitario e la sua validità in tutti gli Stati membri dell’Unione.
- Riconoscere in tutta l’Unione il diritto all’autodeterminazione della propria identità
Ad oggi l’identità delle persone trans* non viene rispettata in tutti gli Stati membri dell’Unione, e in alcuni di questi le persone trans* subiscono delle vere e proprie persecuzioni sulla sola base della propria identità di genere. Chiediamo che l’Unione si impegni a garantire ovunque nel suo territorio il diritto all’autodeterminazione della propria identità, riconoscendo tale diritto attraverso l’emanazione di un Regolamento europeo e prevedendo, contestualmente, metodi e forme per rendere tale diritto effettivo e reale in tutti gli Stati membri dell’Unione, prevedendo, in particolare, l’obbligatorietà in ogni ordinamento nazionale di un percorso di affermazione di genere rispettoso della dignità umana, gratuito e liberamente accessibile.
3. Sostenere con finanziamenti europei progetti di ricerca per elaborare risposte efficaci alle esigenze delle persone queer e trans*, in particolare in ambito medico-chirurgico, psicologico, sociologico e giuridico
Regolarmente l’Unione Europea emana bandi per finanziare e supportare progetti di ricerca accademici e non finalizzati ad approfondire e sviluppare gli ambiti più disparati del sapere umano. Chiediamo che tali bandi vengano emanati con maggiore frequenza anche a riguardo delle tecniche medico-chirurgiche adottate durante gli interventi chirurgici per l’affermazione di genere, e che finanzino anche approfondimenti di carattere psicologico, sociologico e giuridico sulla tutela delle identità e dei diritti delle persone trans*.
- Più sforzi per rendere davvero l’Unione Europea una zona di libertà per le persone queer e trans*
Il Parlamento Europeo, con la Risoluzione dell’11 marzo 2021, ha dichiarato l’Unione Europea zona di libertà per le persone LGBTIQ. Tale dichiarazione non ha ricevuto un seguito sostanziale e concreto nelle azioni adottate dall’Unione Europea, né per far fronte alle negazioni dei diritti delle persone queer e trans* verificatesi nei mesi successivi in alcuni Stati membri dell’Unione, né per promuovere in modo attivo lo sviluppo e la crescita di tali diritti in quei Paesi dove questi non sono ancora tutelati in modo pieno. Chiediamo dunque che l’Unione Europea tutta, sull’onda della Risoluzione dell’11 marzo 2021 del Parlamento europeo, si impegni in modo attivo per la difesa e la promozione dei diritti delle persone queer e trans*, affinché l’Unione Europea sia davvero una zona di libertà per tutti gli esseri umani.